
Siamo tornati in compagnia di molti amici animaletti.
Con loro vivremo divertenti avventure,
ognuna con un finale a sorpresa e un utile insegnamento:
la felicità si guadagna ogni giorno,
nonostante le esperienze a volte spiacevoli e
le emozioni che possono far star male...
tutto dipende da noi!
La felicità abita già in noi, basta saperla e volerla trovare.
Allora via i cattivi pensieri, carichiamo i buoni propositi e...
salpiamo alla ricerca dell'Isola della Felicità!!!
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GINO,
IL PORCOSPINO
FURIBONDO





Lina gridava a Gino che con lui non
avrebbe più giocato,
visto che continuava a lanciare
le spine ai suoi fratelli.


Le loro urla arrivarono fino alle orecchie
della mamma che ne approfittò per interrompere
la lite scoppiata fra due dei suoi nove figli.
La mamma aveva perso la pazienza,
dovendo badare ai figli sempre da sola,
perché il marito, che faceva l'inventore,
passava tutta la giornata in laboratorio.



La prima spina di Gino partì
quando era ancora molto piccolo.
Un giorno Gino e il suo fratellino Pippo videro sul
ramo di un albero una pigna.
Con un soffio di vento la pigna cadde e
i due la presero contemporaneamente.


Litigarono a lungo, finché Gino
sentì una carica di energia all'interno del suo
corpo che, ad un certo punto, esplose.
E così partì la sua prima spina,
colpì il fratellino che, dolorante,
lasciò la pigna dandola vinta a Gino.


Un giorno la signora Porcospino portò Gino con sé
a fare la spesa.
Così papà Porcospino, ne approfittò per riunire gli
altri figli e chiedere loro perché
escludessero Gino dai loro giochi.
Il fratello più grande rispose che non avrebbero
voluto farlo, ma non volevano neanche farsi pungere
continuamente dalle sue spine.


Allora papà Porcospino li invitò
nel laboratorio a vedere
l’ultima delle sue invenzioni:
una serie di bellissime tute trasparenti, di un
particolare materiale elastico,
che poteva respingere le spine di Gino e
addirittura farle rimbalzare.


Grazie all’ingegnosa invenzione
nessuno si preoccupò più di
non fare arrabbiare Gino.
Il porcospino sempre furibondo,
continuava a lanciare le sue spine ma, una volta
scagliate contro i membri della sua famiglia,
si riversavano inevitabilmente contro di lui.



Dopo pochi giorni, però,
Gino si guardò allo specchio e
vide che aveva perso
quasi tutte le spine e
le zone di pelle nuda
erano occupate da bubboni.



Si lamentò con la mamma che,
vedendolo così triste e “spinacchiato”
gli diede un consiglio.
Doveva ricordare che,
ogni volta che sentiva la rabbia salire,
doveva fermarsi a riflettere,
fare un bel respiro e
provare a rimanere tranquillo.
E così Gino decise di provarci.


Dopo il consiglio della mamma,
a scuola prese un brutto voto, ma, con
un certo sforzo mantenne la calma e
non partì nessuna spina.
Gino, allora, capì che
poteva farcela
anche……



con i suoi compagni,
che non perdevano occasione
per stuzzicarlo e che addirittura
avevano inventato il gioco
“saltalaspinadigino”.


Nonostante lo insultassero
con insistenza,
cominciò a restare indifferente
alle loro provocazioni,
determinato a non rimetterci
più le spine
per il divertimento dei compagni.


Dopo qualche tempo le sue spine ricrebbero e
Gino si vide allo specchio
di nuovo bello e folto!




Aveva vinto la sua battaglia:
ora sapeva controllare
gli scatti d’ira!

Milly, l'ape brontolona
e
il sapore del miele
al girasole




In un alveare vivevano delle api laboriose,
ma l'ape Regina, molto brontolona,
non si accontentava del loro lavoro e
le rimproverava continuamente.
Un giorno, a causa di una malattia al pungiglione,
la Regina cedette il regno alla sorella più giovane.


La nuova Regina si rivelò subito gentile;
incoraggiava sempre le api operaie,
che lavoravano bene e in allegria.
Dava loro molti consigli e diceva:
"Se ci si impegna nel lavoro
si diventerà specializzate".
Subito un'ape protestò dicendo che,
anche se avessero lavorato tanto,
non sarebbero mai diventate delle regine.



Quest'ape era Milly,
conosciuta da tutti come “la brontolona”.
Si voleva specializzare nel miele di girasole,
ma ogni volta che la regina
assaggiava il suo miele
lo trovava sempre più disgustoso.
Milly, non trovando di meglio da dire per scusarsi,
finiva sempre col dare
la colpa a tutti...



“È stata colpa dei girasoli!
È stata colpa delle mie compagne!
È stata colpa di fuco Fulvio!”
Dava la colpa ai girasoli,
perché secondo lei erano appassiti,
alle compagne perché le toglievano i fiori migliori e
a Fuco Fulvio, perché, innamorato com’era di lei, le
ronzava continuamente intorno, distraendola.


Un giorno la Regina,
stanca di tutte le lamentele di Milly,
che incolpava sempre gli altri e
mai sé stessa, la rimproverò duramente.
Così Milly amareggiata
per la situazione...


… decise di andarsene dall'alveare.
Era notte fonda e vagò a lungo per
Valle Fiorita,
poiché le riusciva difficile
orientarsi nell'oscurità.


Finalmente, all'alba,
dopo aver trovato, per caso,
un alveare abbandonato,
Milly esclamò:
"Benissimo, questo sarà il
mio nuovo rifugio".


L’ape ogni mattina, sempre un po’ più tardi,
usciva dall'alveare e, scegliendo i girasoli
a casaccio ne raccoglieva il nettare.
Ogni sera, però, assaggiando il suo miele, si rendeva
conto che era sempre più disastroso.


Passavano i giorni e la situazione non migliorava,
anzi...
Così Milly ricominciò a distribuire le colpe,
come era solita fare!
Inveiva all'ortica che era una stupida erbaccia,
perché la pizzicava ad ogni suo passaggio...


… e, dopo uno dei sui tanti assaggi,
sentendo il cattivo gusto del suo miele,
diede la colpa addirittura
al sole per il suo eccessivo calore
e al vento, che, soffiando,
cambiava direzione ai sui voli.


Una sera, stufi di essere incolpati ingiustamente
il Sole, l’Ortica e il Vento
elaborarono un piano per il giorno seguente.
Il Sole decise che avrebbe indirizzato
i raggi da un'altra parte,
il vento avrebbe trattenuto il respiro e,
al passaggio di Milly,
l'ortica si sarebbe scansata.


Il mattino dopo, Milly si rese subito conto che
quella era una giornata davvero particolare:
il sole mandava i suoi raggi altrove,
non sentiva il soffio del vento e
l'ortica si scansava al suo passaggio.
Così ebbe la certezza che il suo miele,
quel giorno, sarebbe stato buonissimo.


Ma anche quella sera il miele risultò,
come sempre, disgustoso.
Milly sapeva bene di non poter dare la colpa
a nessun elemento della Valle fiorita,
ma solo ... a se stessa.
Allora tutto le fu chiaro, capì quanto fosse stata
sciocca a non rendersi conto che era lei l’unica
responsabile e, sentendosi improvvisamente molto
sola, non le restò che una sola cosa da fare.


Milly decise di tornare al suo vecchio alveare,
ripercorrendo tutta Valle fiorita.
Fuco Fulvio fu il primo ad avvistarla e
avvisò tutti gli altri urlando dalla gioia:
"E' tornata...è tornata...Milly è tornata"

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