Buongiorno Signor Mazzini, innanzitutto grazie per aver accettato questa intervista. 

E’ un grande onore per me poterle rivolgere delle domande. Per noi, giovani studenti, è importante poter parlare e conoscere da vicino il padre del Risorgimento italiano.

        Chi è Giuseppe Mazzini?

Mia giovine amica, sono nato a Genova nel 1805.  Mio padre. Giacomo, era un medico. Mia madre era Maria Draghi.

Mi sono laureato in legge e ho sempre trovato il tempo per coltivare il mio amore per la letteratura: anche oggi che sono costretto a vivere qui i miei ultimi giorni, a Pisa, sotto falso nome.

Quindi la sua vera passione è la letteratura?

No, la letteratura mi consente di conoscere, confrontare, ma le mie passioni  sono: la politica, il pensiero, le idee. 

Quando ha incominciato ad interessarsi alla politica?

Fin dall’adolescenza, grazie a mio padre.

Allora, la nostra patria era divisa in tanti stati, in mano a potenze straniere, sovrani assoluti o legati alla famiglia imperiale.

Io sono rimasto subito affascinato dalle idee democratiche e repubblicane.

Anche oggi che l’Italia è unita non accetto la monarchia, la ripudio e lotterò fino all’ultimo per la Repubblica.

Ci sono episodi particolari che hanno condizionato le sue idee politiche?

Nel 1821 ho assistito alla repressione dei moti insurrezionali e all’arresto di tanti patrioti piemontesi. 

Ho capito allora che dovevo lavorare per la “causa italiana”.  

Nel 1827 mi sono iscritto alla Carboneria.

L'oppressione è alimentata non solo dalla mancanza di mezzi economici, ma anche dall’inferiorità dei popoli. Pertanto, per un’umanità migliore, occorre “educare” e “collaborare” sia nella propria classe sociale, sia tra le varie classi. 

L’anima e la vita morale hanno bisogno dell’educazione per crescere.

Che rapporto ha con la religione?

Sono un credente, ho fede in Dio e la fede si combina con le idee repubblicane.

La fede nella libertà e nel progresso è una fede religiosa. 

Dio si identifica con l’umanità, i popoli hanno una missione da compiere e sono strumento di un progetto divino.

      Il  motto della Giovine Italia è: “Dio e popolo”

Dio, creando la patria, pose come confini dell’Italia le Alpi, perchè sono il simbolo di eterna forza, e il mare, come simbolo di eterno movimento.

Le sue idee politiche le hanno creato problemi?

Sono stato arrestato più volte, spedito in esilio, ho vissuto in Svizzera, Francia e Gran Bretagna.

Oggi sono costretto a nascondermi e ad usare un nome falso. 

Ha mai avuto ripensamenti, dubbi?

SI!

Quando sono stato a Londra ho vissuto un periodo di crisi di coscienza, lo potremmo definire “la tempesta nel dubbio”.

Sentivo sulle mie spalle il peso delle tante giovani vite morte,  sacrificate agli ideali che io avevo seminato nei loro cuori.