Maria è una  graziosissima bambina dagli occhioni azzurri, porta un cerchietto in testa con un fiorellino applicato sopra.

Maria vive in un orfanotrofio nel quale un bel giorno, viene accolto un bambino di nome Chair.

Maria abbandona i giochi con le amichette e si avvicina a lui. 

Gli tende la mano, per fare amicizia, ma lui non può fare altrettanto, gli chiede il suo nome ma lui non risponde.

Maria capisce subito. Non può parlare, muoversi e quindi non può giocare. 

Ma Maria non si arrende e si inventa di tutto, prende ispirazione dalla corda con cui gioca: lega le sue mani a quelle del suo amico per unirle e farle sbattere l’una contro l’altra.

Gli lega un braccio al suo per tener segno della riga che gli sta leggendo ad alta voce.

Lega i piedi del suo amico alle sue braccia per fargli eseguire degli esercizi e  per fargli lanciare un pallone.

 Le loro mani rimangono  unite per far volare un aquilone.

Maria traveste Chair e fingono di essere pirati.

Tanto da farsi considerare strana, dalle amiche dell’orfanotrofio.

Tra Chair e Maria nasce e si instaura così un legame indelebile, fatto di amicizia e amore. Perché il sogno di Maria è quello di insegnargli a camminare e parlare.

Sogna, ad occhi chiusi mentre lo abbraccia di ballare un lento classico assieme al suo amico speciale.

Arriva il giorno in cui del suo amico rimane soltanto un lembo di corda e una sedia a rotelle vuota, bagnate dalle lacrime di Maria, che ha capito tutto.